21 Feb

Inaugura sabato 19 febbraio 2022, presso SCD Studio di Perugia, la mostra #PENELOPE, curata da Margaret Sgarra, con opere di Alice Biondin, Grazia Inserillo e Francesca Rossello.

La mostra tesse metaforicamente un filo tra tradizione e contemporaneità: le artiste hanno realizzato le opere attraverso l’uso delle fibre applicando tecniche, materiali, linguaggi differenti ma in un’ottica condivisa che rilegge e reinterpreta la pratica tessile non più come attività tradizionale, funzionale e artigianale ma come medium d’arte.
Le riflessioni che emergono dalla loro ricerca si focalizzano sui mutamenti dell’attualità e sulle istanze urgenti della contemporaneità, in particolare sulla condizione femminile, la definizione dell’identità e la salvaguardia dell’ambiente.

Alice Biondin compie un’indagine sugli inevitabili mutamenti fisici della donna durante il periodo della gravidanza quando il corpo diviene una casa, il grembo accoglie una vita e si adatta ad essa. L’artista amplifica la metamorfosi delle forme fisiche e ne esaspera i tratti. La dimensione corporea ritorna anche nei collages appartenenti alla serie Bleeding days dove la predominanza del rosso simboleggia il ciclo mestruale: una condizione fisica che rappresenta ancora oggi un tabù. Gli arazzi di Grazia Inserillo affrontano il tema dell’identità: attraverso le trame filamentose e i nodi che compongono le opere, l’artista esprime le difficoltà della ricerca del proprio sé indagando, allo stesso tempo, anche il rapporto con la propria terra. Attraverso la scelta di cromatismi violenti la Inserillo dà voce alle sofferenze generate dal distacco generato dalla necessità di abbandonare legami e affetti per tentare di raggiungere migliori condizioni di vita. Francesca Rossello riflette sull’emergenza ambientale attraverso un’opera composta di cinque telai con ricamo su tulle che pone lo sguardo sull’esistenza dei piccoli esseri che popolano la sfera naturale, in questo caso, di una colonia di formiche rendendo visibili le piccole tracce del loro passaggio sul nostro pianeta, stabilendo una connessione tra esseri umani e animali sociali. Un parallelismo tra interiorità e natura è tracciato invece nell’opera Anima che mostra il tronco di un albero nella sua dimensione nascosta, quella interna: una visione quasi ipnotica con il suo susseguirsi di cerchi concentrici che restituisce alla natura la dignità che spesso le viene sottratta.(B.Pavan)