20 Gen

LA MOSTRA

È il ricamo come linguaggio espressivo dell’arte la cifra comune a tutte le opere in mostra. A lungo considerato arte minore, pratica artigianale o passatempo per signorine della buona società, esso ha rappresentato tuttavia per secoli l’unico medium possibile per dar voce ad istanze personali o collettive in mancanza di altri mezzi di comunicazione oltre che, non raramente, l’unica possibilità di concretizzare la propria creatività per generazioni di donne. Questa elasticità lo rende ancora oggi adatto ad un’immersione nel quotidiano di cui indaga la dimensione domestica quanto quella pubblica, trasformandosi in una grammatica alternativa per raccontare il presente.

Nel suo saggio I fili della vita, Clare Hunter ne ha tracciato un ampio excursus storico partendo dall’arazzo di Bayeux, passando per Maria Stuarda regina di Scozia, fino agli scialli delle madri di Plaza de Mayo o alle arpilleras di denuncia del regime cileno, testimoniando come esso sia stato trasversale a tutte le classi sociali, in tempi e latitudini diverse e evidenziandone la cifra comunicativa e celebrativa, la sua funzione narrativa, divulgativa finanche terapeutica.

Da queste premesse è nata questa mostra che, come recita il titolo, è un’esplorazione del nostro tempo, delle sue contraddizioni, delle sue vittorie e delle sue sconfitte; un racconto affidato ad ago e filo e restituito all’osservatore attraverso il talento di artisti impegnati ad indagarne le luci e le ombre, ad affrontarne le sfide e a leggerne le molte sfumature. Dalla resistenza politica ai nuovi equilibri tra esseri umani e natura, dai flussi migratori alla propaganda, dalla malattia all’identità, dalla guerra al consumismo compulsivo, il ricamo diventa qui, punto dopo punto, il lessico per dar voce alla contemporaneità e per fornirci un punto di osservazione altro della realtà che ci circonda.

 

LA SEDE

Nata nel 2013 e condotta da donne che amano l’arte in tutte le sue forme, CasermArcheologica si presenta come percorso di rigenerazione urbana a base culturale che sta riqualificando l’ex Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro (AR), all’interno di Palazzo Muglioni, edificio nobiliare situato nel centro storico del paese. Lo spazio è dedicato all’arte contemporanea, alle residenze artistiche, alla formazione artistica, umanistica e scientifica e si pone come luogo di partecipazione di cittadinanza attiva. Il processo di recupero e cura del palazzo è fortemente alimentato da una comunità intergenerazionale, dove le arti contemporanee creano aggregazione sociale a partire dal coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze del territorio. Negli anni, grazie a un dialogo proficuo con le Amministrazioni Comunali, al sostegno di Istituzioni pubbliche e private, alle collaborazioni con moltissime delle Associazioni del territorio, CasermArcheologica è diventata un luogo di riferimento per la cittadinanza, in particolare per i più giovani. Ha ospitato e promosso il lavoro di diversi artisti nazionali e internazionali, ed è riconosciuta come architettura che crea comunità grazie alla partecipazione alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2018. I progetti realizzati fino ad ora, sono stati riconosciuti e sostenuti da fondi provenienti dalla collaborazione con diverse istituzioni e fondazioni, quali Ministero della Cultura Italiana, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Regione Toscana, Fondazione Unipolis. In dialogo anche con altre istituzioni museali italiane, quali: Museo MAXXI di Roma, Museo Pecci di Prato, Palazzo della Penna Perugia, Palazzo Lucarini Trevi.

IL PROGETTO ERASMUS+ C6 

C6 – Creativity, Culture and Collaboration to Combat Climate Change è il programma Erasmus+ della durata di due anni in cui è impegnata l’Associazione CasermArcheologica, insieme ad altri cinque partner europei come Norsk klimanettverk (Norvegia), People Of 2050 (Danimarca), SixtyEight Art Institute (Danimarca), Earthbanc (Svezia) e Worldview Impact Foundation (Inghilterra), con il coordinamento dell’agenzia di consulenza e fundraising BASE3. L’idea è nata sulla base dell’esperienza e delle competenze con cui ciascun partner porta avanti la propria mission statutaria: mostre di arte, laboratori di cittadinanza attiva, workshop e corsi di formazione professionale continua, festival e forum, tutte azioni in cui coinvolgere i giovani nei processi democratici a livello locale ed europeo. Tramite l’elaborazione di quattro risultati finali – gli intellectual outputs – il progetto Erasmus+ mira a sensibilizzare le nuove generazioni sulla situazione ambientale attuale, educandole all’attuazione di piccoli ma importanti cambiamenti nelle loro abitudini quotidiane. C6 si pone in linea con le conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea del 9 aprile 2019 – Towards an ever more sustainable Union by 2030 – e contribuisce al raggiungimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, nonché al conseguimento di un forte senso di responsabilità per un mondo più equo, green e per una cittadinanza davvero globale.