26 Ott

Si annida tra le molte pieghe di antichi lini e tessuti vissuti che compongono le sue opere il significato di questa mostra.

La ricerca di Monica Giovinazzi 1 esplora l’inquietudine dell’uomo che si confronta con la propria fragilità, la fugacità dell’istante, l’impermanenza della propria esistenza, la precarietà della sostanza di cui è fatta la vita stessa.
Nello s-piegarle si svela il tema e il filo conduttore di un percorso che parte dalla prima delle Elegie duinesi di Reiner Maria Rilke, di cui l’artista condivide l’interpretazione della figura angelica, e attraverso la parola – poesia, filosofia, letteratura – approda fino alle intelligenze separate, le nature angeliche del Dante del Convivio.

Un ‘sentiero’ intellettuale, emotivo e spirituale colto, profondo e raffinato che si snoda tra le pagine morbide che diventano ali o libri o grumi in bilico su lame affilate, dove le parole assumono le sembianze ambigue di un ricamo; pensieri, frammenti di una antologia del mistero, il tentativo di far luce nell’oscurità dell’abisso dentro il quale tutti gli uomini, in ogni epoca, hanno provato a guardare.
In quel territorio indefinito tra visibile ed invisibile l’uomo ha spesso invocato la presenza di entità in grado di abitare entrambi i mondi, lo spazio conosciuto e l’immensità dell’insondabile, figure che nella mediazione tra l’uno e l’altro portassero consolazione e speranza alla spaventosa solitudine della consapevolezza dell’ibrido umano.

Degli angeli, gli uomini hanno immaginato e scritto per secoli, dando loro forme, nomi e attributi diversi, conferendo loro natura divina, ideale, metaforica, spirituale, raffigurandoli ora fedeli compagni di viaggio, ora protettori contro le forze oscure o, ancora, incarnazione di affetti perduti; sempre messaggeri tra la dimensione reale ed un altro ed un altrove sconosciuti e incerti e infine auspicabilmente possibili.
A cura di Barbara Pavan

Inaugurazione
venerdì 22 ottobre 2021, ore 18

Informazioni
347 177 6001; scdtextileandartstudio@gmail.com